Recensione: "Senza Sangue"
- Margot L.
- 4 giu 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 1 mag 2022
Ciao a Tutti! Torno con un nuovo contenuto che mi è stato richiesto in molti: una recensione di un romanzo, in questo caso di "Senza Sangue" di Alessandro Baricco.

Parto dicendovi subito che
registri bassi alternati a quelli alti, l'incompiutezza destabilizzante, i personaggi intriganti. A me piace da morire insomma. Consiglio questo romanzo a chi ha voglia di riflettere e a chi adesso può concedersi di non aver tutte le risposte. Sono meno di 100 pagine. È esattamente come fare un tuffo e riemergere un po' boccheggianti con una strada non disegnata da seguire per raggiungere la terra. Un po' estrema? Forse. #Lastoria si sviluppa in due fasi, due grandi capitoli "Uno" e "Due" (niente fronzoli insomma) tra cui c'è un distacco temporale di circa una cinquantina di anni. Siamo collocati in un tempo e in uno spazio non bene definito ma una cosa è certa: è stato un tempo e luogo di guerra. Nella prima parte ci ritroviamo in una fattoria, in piena campagna. E credo che saremo tutti Nina, la piccola Nina nascosta nella botola. Rannicchiata su se stessa. Conchiglia e Animale. Casa e Bambina. Esatta e salvifica.

Mentre fuori è l'inferno e suo padre e il fratello vengono uccisi da uomini che "devono farlo" perché la guerra "non è finita" per loro, Nina rimane nascosta. Al di fuori del suo rifugio dominano le figure di uomini persi , vittime dalla violenza che loro stessi abbracciano. Il dolore si percepisce nei dialoghi crudi e nelle immagini chiare di una strage ritenuta necessaria. Si sente nelle voci dei personaggi, nelle armi e nella loro emotività. Sappiamo che Manuel Roca, padre di Nina viene ucciso. Ma perché?

Questo è ciò che ci viene svelato. Ed è contorto perché non sappiamo dove stia la verità. Sappiamo che Salinas ed El Guerre lo ammazzano. E che Salinas sparerà anche al fratello di Nina. Il bambino abbasserà i fucile e dirà una frase vera e pura: "è mio padre" ma sarà "sbagliata" al momento sbagliato. Tito, il più giovane del comando troverà Nina nella botola. E la troverà perfetta. Le sembrerà pace e se la farà segreto per tutta la vita. Perché non dirà agli altri della banda di averla vista, non dirà nulla, sarà solo buio. È giovane. Salinas e El Guerre incendieranno la fattoria. Brucerà come ogni speranza di Tito. Ma con i bambini, non si sa mai. Vero? Nella seconda parte ci ritroviamo in un nuovo tempo. Nina è viva ed è tutt'altro che una bambina. "Nonostante l'età, camminava, alta e sicura, nobilitando i suoi capelli con la giovinezza del portamento". Troverà Tito per avere risposte sul passato. Lui si scopre essere diventato un semplice venditore di biglietti alla lotteria e la riconoscerà. L'attendeva.
Come se fosse un uomo "normale" andrà ad un caffè con la nuova Nina, Donna Sol, per ricordare insieme tutto quanto. Capiamo di lei che ha qualcosa di rotto, un vissuto complesso fatto di tanti nomi, ruoli, storie su di sé create da altri, che ormai racconta con distacco, in modo freddo. È attraente. Ed è audace. Ma c'è anche qualcosa d'inquietante che appena si percepisce nel suo modo di guardare e di parlare. Inviterà lei l'uomo al caffè. Pagherà il conto. Rimarrà in silenzio davanti alle lacrime di lui e dirà "Fottiti' a un giovane che ride di un vecchio. Dirà semplicemente: -Le andrebbe di fare l'amore con me? I dialoghi tra i due ci aiutano a comprendere che lui non è pentito delle sue azioni ma è contento di averla salvata. Anche se quella salvezza è stata un fardello. Lei non riesce a comprendere quell'omicidio ma vorrebbe.
L'uomo è stanco e non è più Tito. Il suo nome è Pedro Cantos. Forse il personaggio che più ci sembra umano al fine della storia. Se così possiamo dire. Perché non c'è una vera e propria conclusione che ci soddisfa, che ci spieghi tutte le cose che non quadrano. Emergono tanti interrogativi. Sul tema della verità di una storia, sul tema della guerra, della violenza, sui profili dei personaggi. Alla fine di tutto, quello che mi colpisce è che viene ridotto il mondo ad una donna e un uomo che fanno l'amore in un albergo. C'è un ritorno all'inferno ma senza sangue.


Ed è questo che trovo geniale.
Il #mioparere: credo semplicemente che sia un romanzo che si debba leggere senza pretesa di una risoluzione. Credo sia compiuto nei punti in cui deve necessariamente esserlo. Cioè nel dipingere l'inesattezza della vita, la crudeltà e l'amore. Quante stelle⭐ ? 3.5/5: forse lo voterei più come se fosse bello come un fulmine⚡un po' troppo breve per chi come me ama Baricco! L'avete mai letto? Ditemi il vostro parere Ginestre! A presto,
Margot L.
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